Ritorno alle origini: Gino Bartali e la lezione del Tutto da Rifare
Altacucina Aveva ragione il campione del pedale Gino Bartali: ‘l’e tutto da rifare…’
Ripensare gli schemi della ristorazione per restituire l’appeal al territorio
L’allarme nel libro ‘Non c’è più gusto: il suicidio della cucina italiana’ di Mauro Bassini
Proposto dal fondatore della critica gastronomia Edoardo Raspelli
L’inverno è alle porte, almeno astronomicamente perché meteorologicamente è già arrivato, e sale il desiderio di dedicare qualche ora a una delle passioni più antiche dell’uomo: la degustazione di cibi di qualità e dei grandi prodotti enologici che nell’arco di pochi decenni anche la Riviera friulana sa proporre. Infatti, per le feste natalizie i luoghi della ristorazione di pregio e più ricercata hanno già esaurito da alcune settimane i posti a tavola per il pranzo di Natale, spesso anche per il cenone di San Silvestro.
Una condizione che riflette la tendenza della ristorazione italiana, nella quale, in questo periodo, soffrono un po’, stando ai sondaggi delle Camere di commercio e dell’Ascom, le pizzerie e le osterie e trattorie. Un riflesso di una situazione dell’economia familiare che spesso a fine anno deve fare i conti con tasse e mutui, o il ritorno ai grandi pranzi e cene in famiglia proprio per le festività?
Di certo l’afflusso nei market e nei negozi dove è possibile acquistare cibi, prodotti agroalimentari e alimentari di qualità e spesso anche vini di etichetta è intenso. Una tendenza nuova che forse è stata colta dal giornalista Mauro Bassini, che come mi ha segnalato l’amico Edoardo Raspelli, l’inventore della critica gastronomica invita la ristorazione italiana a rivedere i propri schemi condizionati da una corsa alla ricerca della innovazione spesso troppo staccata dai sapori del territorio e dalla identità della cucina e della cultura locale, che sono invece gli elementi capaci di attrarre gastronauti, curiosi del gusto, turisti alla ricerca dei sapori locali, ovvero di quella fascia del turismo moderno attratta dall’alta cucina e dai vini di pregio.
Elementi che guarda caso anche nella Riviera friulana sono ben presenti. Il libro ‘Non c’è più gusto, il tentato suicidio della cucina italiana’ ci ricorda che è sempre più difficile trovare al ristorante piatti apparentemente semplici ma estremamente identitari, nei quali il QRCode del gusto ci proietta direttamente sulle materie prime di alta qualità.
Piatti nei quali non sia la caleidoscopica ma insapore presenza di ingredienti scelti per la loro cromaticità, ma nei quali il gusto, il sapore dell’identità dell’area è mascherato da trappole per giro-golosi che hanno invece ormai raggiunto la maturità degustativa e sanno ben distinguere i piatti per la loro qualità e il loro significato che, almeno per alcuni di essi dev’essere la trasmissione delle tradizioni dei sapori.
Non è un caso che la gran parte dei turisti di lingua tedesca, e non solo, come hanno confermato recenti indagini di mercato, sceglie il Friuli Venezia Giulia, quindi anche la Riviera friulana, espressione complementare alle grandi spiagge adriatiche, sceglie di venire qui attratta dalle ricchezze enogastronomiche che si aspetta di trovare.
Ecco dunque riprendere quota il significato del lavoro che stiamo svolgendo da vent’anni tramite l’affermazione della idea rivierasca, che trova ancora nel mio libro La Riviera friulana editrice Leonardo i codici di lettura di un territorio che ha tuttora molto da offrire ma che non è ancora sufficientemente valorizzato e promosso in funzione delle elevate carature e delle potenzialità insite in una condizione naturale e ambientale unica in Europa.
Riprende quota anche il modello di proposta delle eccellenze in correlazione all’offerta naturale e antropica del territorio, che è stata messa in luce, accanto a un lavoro costante sul nostro portale www.larivierafriulana.it che oramai vanta centinaia di migliaia di contatti, e sui nostri profili social, dalla Carta del Gusto della Riviera friulana, ora magazine cliccatissimo dai gastronauti e giunto alla 6. Edizione, sul quale è posta attenzione alle occasioni sul territorio per gli appassionati del pedale, cicloturisti, appassionati di Mtb e del ciclismo su strada, indicando le ciclovie, le ciclabili, i percorsi.
La prossima uscita, la n.7, quella del 2025 sarà invece dedicata alle vie d’acqua, ai canali, ai fiumi, alle porzioni delle impagabili lagune navigabili.