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La dieta mediterranea del Friuli Venezia Giulia.A Grado la 2^di 6 tappe del progetto del Club per l’UNESCO di Udine

Sulla riva destra dell’Isonzo a Punta Sdobba il primo approfondimento sui valori dietetici

Ma anche la rivelazione che Riviera friulana è una sintesi dei sapori del FVG e non solo

‘Dieta mediterranea a tutto campo’. Sembra quasi un gioco di parole anziché la sintesi di un modo di essere, di vivere, di alimentarsi, di pensare,di godere del piacere di una tavola sana, nutriente di elementi essenziali al punto giusto, equilibrata, quale è per definizione il modo di mangiare dei popoli che si affacciano al Mediterraneo.

In particolare, degli italiani, visto che la nostra cucina e l’alimentazione, prevalentemente basate su materie prime e cibi locali, di prossimità quindi genuini, è perfettamente centrata nei canoni della dieta mediterranea, con un giusto equilibrio tra carboidrati, proteine, grassi, zuccheri naturali, oligoelementi, ecc.

Un esempio? Lo ha portato nel suo intervento di sintesi dell’evento, Carlo Morandini, giornalista professionista e presidente de La Riviera friulana, sostenendo di avere fatto colazione con una fetta di melone, una tazza di latte fermentato con fiocchi di avena, pane di farro imburrato, un infuso alla frutta.

Morandini, è infatti intervenuto su sollecitazione del moderatore, Giuseppe Longo, a conclusione del 2^ incontro dedicato alla Dieta mediterranea tra sei seminari di approfondimento, organizzati dal Club per l’UNESCO di Udine con il supporto dell’Università di Udine, e dell’Associazione culturale La Riviera friulana partner del progetto.

Sede di questo primo confronto di opinioni, di saperi ma anche di sapori, è stato l’albergo-ristorante Al Caneo, di Alessandro Lovato, a Fossalon di Grado (Go), a Punta Sdobba, sulla riva destra dell’Isonzo, in prossimità della foce a estuario sull’Adriatico.

Si tratta di un progetto che mira a sensibilizzare operatori, amministratori, animatori del territorio, un pubblico selezionato, sul mantenimento di abitudini alimentari sane, capaci di concorrere a una elevata qualità della vita. A moderare l’incontro Giuseppe Longo, giornalista professionista, già caporedattore del Messaggero Veneto dove aveva ideato le pagine specializzate Agricoltura e Gusto, già sindaco di Nimis (Ud) e promotore della Docg ‘Ramandolo’, e tuttora impegnato nella divulgazione di settore con vari siti e social, come ‘Un vigneto chiamato Friuli’.

A svelare i contenuti del progetto è stata Renata Capria D’Aronco, presidente del Club per l’UNESCO di Udine, per evidenziare che molte iniziative 

alle quali il sodalizio partecipa o del quale è protagonista confermano che nella consuetudine delle genti del Friuli Venezia Giulia, da tempi lontani c’è l’utilizzo di prodotti stagionali e di prossimità, e una selezione dietetica conforme ai canoni della corretta alimentazione. Condizione forse favorita dalla collocazione geografica e dalla situazione meteo ciclica, ma dettata in passato anche da una situazione di necessità e sopravvivenza.

A confermare le parole della D’Aronco Alessandro Lovato, il quale, considerati i riflessi sulle nostre attuali abitudini, peraltro molto apprezzate anche dai turisti, considerazioni che il relatore ha espresso con competenza essendo stato presidente della società d’area di Grado ed essendo titolare del Grand Hotel Astoria sempre nell’Isola d’oro. Lovato, ha suggerito che si dovrebbe parlare non di Dieta mediterranea, bensì di Dieta Adriatica. Scavando nei contenuti delle nostre consuetudini a tavola, dalla colazione alla cena, la dietista Maria Rosaria Peri, dell’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale ha specificato nel dettagli benefici e costi salutistici delle nostre abitudini alimentari, corrette o da correggere sull’esempio della Dieta mediterranea. Concludendo che comunque, principalmente, nel Friuli Venezia Giulia si mangia cibo sano e genuino come lo sono i piatti e le pietanze proposte dai locali di ristoro ai turisti e ai visitatori del territorio. Sono poi intervenuti Sergio Pascolo, avicoltore, produttore di uova biologiche, e Luigi Lovisotto, della Cà Lovisotto Wines and hospitality, autore di vini biologici ma da decenni impegnati nel settore nella Riviera friulana, per illustrare le carature delle rispettive produzioni.

Quindi, Germano Pontoni, maestro di cucina, ha illustrato il menù esemplificativo che ha preparato per l’occasione con i prodotti dell’area. Il presidente della Riviera Morandini, nel concludere, rafforzando la tesi di Lovato, ha sostenuto che la Riviera friulana, una espressione e sintesi del territorio compreso tra i fiumi Tagliamento e Isonzo generata dal suo libro omonimo realizzato nel 2005, è l’esempio di un modello di Dieta ​mediterranea, che potrebbe essere ribattezzata Dieta rivierasca o Dieta della Riviera friulana.

Che cos’è Riviera friulana? “Se osserviamo il FVG alla rovescia – ha detto Morandini – guardando la carta geografica dal basso verso l’alto dove in basso di trovano le Alpi e in alto l’Adriatico, ci rendiamo conto che è un arco essenziale di territorio che rappresenta una sorta di barriera di contenimento della terraferma del FVG verso il mare”.

Sembra quasi, ha aggiunto – “che il FVG sia appoggiato, o sorretto dalla Riviera friulana, o siasostenuto dalla stessa, pur recando ricchezze e specificità di alta caratura e interesse, dalle zone umide ai magredi e prati stabili di pianura, alla pedemontana, all’arco delle Alpi fino allo scenario delle Dolomiti friulane patrimonio dell’UNESCO”. In questo territorio di sintesi, ha concluso per significare le sue considerazioni ma anche per far comprendere la portata del concetto di Dieta della Riviera friulana, in questo piccolo territorio, di dimensioni limitate rispetto all’intero FVG sono concentrati cinque piatti tipici DOP o in via di riconoscimento. Qui si trovano tre delle principali località marine o d’acqua della Regione, i principali centri balneari ovvero Lignano Sabbiadoro, penisola dov’è stata individuata una villa romana, Grado, città fortezza dei Romani, Marano Lagunare, città friulana della pesca, a sua volta fortezza romana. 

Ma anche i due fiumi principali con le loro ricchezze, le zone umide, città storiche di portata archeologica e artistica come Aquileia, terza città dell’Impero romano, Palmanova, fortezza stellata completata da Napoleone, ma anche la Villa Manin di Passariano. Ritornando a parlare di cibo e alimentazione per trarre le conclusioni, nella Riviera friulana si degustano quattro piatti tipici DOP o in via di riconoscimento: due a Grado (Go), ovvero le ‘sarde in saor’ e il ‘boreto graesan’; due a Marano Lagunare (Ud), cioè il ‘boreto a la maranese’ e il ‘bisato in speo’ (anguilla allo spiedo); uno a Lignano Sabbiadoro (Ud), le seppioline in umido, diffuse fino al latisanese e case allo scrittore americano Ernest Hemingway, che visitò e apprezzo la Riviera friulana nel 1954 definendo la spiaggia di Lignano ‘la Florida d’Europa’.

Al termine del seminario, il critico d’arte Vittorio Sutto ha presentato le opere di sette artisti, esposte per l’occasione. Mentre Pontoni, avvalendosi della cucina e del personale de ‘Al Caneo’ (Al canneto) ha proposto un menù mediterraneo secondo i canoni definiti dall’UNESCO:

Insalatine primaverili con mimosa di uova ed emulsione di olio evo, aceto di mele;

minestra con le verdure degli orti di Fossalon e riso; ‘saor’, sapori di cefali dorati di Punta 

Sdobba e polenta bianca alla piastra;

gelato al fiordilatte e pesche di Fiumicello (Ud) con i vini di Luigi Lovisotto.